Ambiente, Clima e Salute – Programma Predefinito PP9

La Sanità Pubblica, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è l’insieme degli “sforzi organizzati della società per sviluppare politiche per la salute pubblica, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e per favorire l’equità sociale nell’ambito di uno sviluppo sostenibile”.

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2020-2025

Programma Predefinito PP9 “Ambiente, Clima e Salute”

 

Contenuti da pubblicare nel 2023 estratti dal documento completo

Interventi di informazione e sensibilizzazione sugli stili di vita ecosostenibili anni 2022-2023

Buone pratiche su obiettivi prestazionali sanitari e ambientali integrati per costruzioni/ristruttutturazioni di edifici – Azione 2 PP9 del PRP

La Sanità Pubblica, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è l’insieme degli “sforzi organizzati della società per sviluppare politiche per la salute pubblica, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e per favorire l’equità sociale nell’ambito di uno sviluppo sostenibile”. In tale logica, la prevenzione e la promozione della salute devono conformarsi ai seguenti approcci raccomandati dall’OMS ricompresi anche negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sottoscritta nel 2015 – quale programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità – dai Governi di 193 Paesi membri dell’ONU:

– “Health in all Policies”, che implica la promozione di alleanze e sinergie fra diversi settori della società allo scopo di costruire convergenze programmatiche che riconoscano nelle decisioni politiche dei diversi settori che la salute della popolazione è un obiettivo comune;

– “One Health” che, considerando la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, degli animali, della natura e dell’ambiente, promuove un coordinamento intersettoriale e multidisciplinare per affrontare i rischi potenziali o già esistenti che hanno origine dall’interfaccia tra ambiente-animali-ecosistemi.

In coerenza con tali approcci raccomandati dall’OMS, il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 (PNP) si basa su una visione che considera la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente e promuove un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato, per prevenire e contrastare i rischi sulla salute. La governance di questi processi è affidata al Dipartimento di Prevenzione di ciascuna ASL, quale struttura operativa dell’Azienda Sanitaria che garantisce la tutela della salute collettiva, perseguendo obiettivi di promozione della salute e prevenzione dei fattori di rischio con azioni dirette a individuare e rimuovere le cause di nocività e malattia di origine ambientale, umana e animale, come stabilito dal D.Lgs. 502/92 e s.m.i., e quindi nodo strategico di una forte e valida collaborazione tra Strutture, Servizi e Unità Operative interne alla ASL ed esterne all’ambito sanitario. In tal senso, il PNP, nell’ambito del Programma Predefinito PP9 “Ambiente, clima e salute”, prevede che si tenga conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, secondo una logica integrata, e che venga adottato l’approccio One Health nella programmazione e nelle conseguenti azioni.

Il suddetto Programma Predefinito PP9 ha l’obiettivo di rafforzare l’advocacy del sistema sanitario nelle politiche di altri settori (ambiente, trasporti, edilizia, urbanistica, agricoltura, energia, istruzione) per intercettare e coniugare obiettivi di salute pubblica ed obiettivi di tutela ambientale, promuovendo il rafforzamento di competenze e consapevolezza di tutti gli attori della comunità sugli obiettivi di sostenibilità come individuati dall’Agenda 2030. A tal proposito, è previsto, tra l’altro, di consolidare le attività di comunicazione per migliorare le conoscenze sui rischi per la salute derivanti dall’esposizione a fattori ambientali antropici e naturali e per orientare i cittadini verso scelte più salutari e ecosostenibili.

In linea con gli obiettivi del PNP, il Programma Predefinito PP9 del Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 (PRP) – adottato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 50/46 del 28.12.2021 – stabilisce di proseguire e consolidare il percorso già intrapreso con la precedente pianificazione per conformare la prevenzione e la promozione della salute agli approcci raccomandati dall’OMS, prevedendo, tra l’altro, nell’ambito dell’Azione trasversale Comunicazione un programma di interventi di informazione e sensibilizzazione sugli stili di vita ecosostenibili e sulla riduzione degli impatti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici sulla salute.

 

Stile di vita salutare e Stile di vita ecosostenibile

Lo stile di vita è un modo di vivere basato su modelli identificabili di comportamento che sono determinati dall’interazione tra le caratteristiche personali di un individuo, le interazioni sociali e le condizioni di vita socio-economiche ed ambientali (1). Rappresenta l’insieme di azioni, comportamenti, interessi, valori, pratiche sociali, ecc. che combinati tra loro determinano il profilo comportamentale ed attitudinale di un singolo individuo o una categoria di individui.

Questi modelli comportamentali non sono statici, bensì sono soggetti al cambiamento in quanto possono essere modificati dalle condizioni di vita del singolo individuo e sono fortemente dipendenti da numerosi fattori, tra cui il contesto socio-economico in cui si svolgono le attività di vita quotidiana.

Gli stili di vita individuali possono avere un profondo effetto sulla salute del singolo e riflettersi sul benessere della collettività. È consequenziale che per migliorare la salute occorre rendere gli individui in grado di modificare i propri stili di vita e dunque agire anche offrendo strumenti conoscitivi necessari per sostenere un modello comportamentale o per poterlo cambiare al fine di migliorare la propria qualità di vita.

In ambito medico, il concetto di stile di vita viene associato agli aspetti della salute e del benessere dell’individuo e pertanto si parla di “stile di vita salutare”. L’OMS definisce lo stile di vita salutare come il comportamento di un individuo che descrive l’interazione tra le proprie caratteristiche personali, l’interazione sociale e le condizioni di vita che sono intese a mantenere, o anche migliorare, lo stato attuale di salute (2). La promozione dello stile di vita salutare è un fattore determinante per il benessere e per la qualità della vita e anche per la sostenibilità del sistema sanitario. Uno stile di vita salutare è orientato a minimizzare l’azione

dei principali fattori di rischio per la salute, fra cui evitare l’eccesso di consumo di alcol, il fumo, l’uso di droghe e deve includere una corretta alimentazione e una regolare attività fisica (3).

Il concetto di “stili di vita ecosostenibili” include tutti i principi dello “stile di vita salutare”, ampliando l’orizzonte del concetto di benessere del singolo, includendo tutti i comportamenti virtuosi orientati al rispetto dell’ambiente e alla collettività, con particolare attenzione alle generazioni future. Vengono infatti acquisiti i principi su cui si si fonda lo Sviluppo Sostenibile, ossia quel modello di sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro propri bisogni (Rapporto Brundtald 1987). Adottare stili di vita ecosostenibili significa, dunque, perseguire il raggiungimento di una buona qualità di vita senza compromettere quella delle future generazioni e far propri i comportamenti volti alla tutela dell’ambiente, considerato pure che circa il 24% di tutte le malattie nel mondo è dovuto all’esposizione a fattori ambientali (4). Tra gli stili di vita ecosostenibili vi sono, ad esempio, le scelte volte al risparmio di risorse naturali e di energia elettrica, specialmente se derivante da fonti non rinnovabili, gli accorgimenti volti alla riduzione dell’inquinamento di aria, acqua e suolo, l’adozione di misure e comportamenti ecosostenibili nella gestione della propria abitazione, la riduzione alla fonte dei rifiuti, il riutilizzo di un bene al fine di ridurre la produzione di rifiuti ed il consumo di nuova materia prima, la corretta differenziazione dei rifiuti tale da favorire il riciclo di materiali, l’attenzione nelle scelte di acquisto per ridurre gli sprechi e, dunque, risparmiare denaro, ecc.

Adottare gli stili di vita ecosostenibili presuppone un processo di cambiamento in cui è indispensabile l’assunzione della responsabilità individuale che, nell’insieme, contribuisca ad uno sviluppo di una intelligenza collettiva lungimirante, fondata sull’obiettivo comune di migliorare la qualità di vita e sostenere lo sviluppo della società in chiave moderna. Il consolidamento del modello di sviluppo ecosostenibile nel processo di crescita sociale può apparire complesso se analizzato nel suo insieme, poiché richiede uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni e della collettività ed un coordinamento di intenti e di modalità di azione. Tuttavia, gli elementi cardine che lo compongono e che rappresentano la forza motrice del cambiamento sono di facile comprensione ed attuazione. Questi, infatti, sono azioni e comportamenti semplici che ogni singolo cittadino può adottare nella vita quotidiana. Il primo impegno richiesto al cittadino consiste nel maturare la consapevolezza che un piccolo gesto può contribuire al benessere di tutti e alla tutela del pianeta.

 

Le azioni quotidiane degli stili di vita ecosostenibili

Gli accorgimenti quotidiani che, seppur piccoli, determinano importanti benefici alla qualità della vita e all’ambiente rappresentano il mix di azioni di contrasto agli effetti negativi generati dal modello di sviluppo globale consumistico, tipico dei paesi industrializzati e ancora largamente diffuso, che comporta il consumo smodato di risorse naturali ed il loro deterioramento spesso irreversibile, oltre ad essere un amplificatore di ingiustizie e disuguaglianze sociali.  Si è dunque chiamati a cambiare il modo di approvvigionamento e di utilizzo delle risorse, fino a ridefinire i singoli comportamenti di vita quotidiana con l’azione del singolo cittadino che, con atteggiamento autonomo e proattivo, adotta un modello comportamentale improntato ai principi della ecosostenibilità, con la consapevolezza dei benefici che tali stili di vita possono produrre sulla propria salute, sul benessere della collettività e sull’ambiente, sia su scala locale che globale. Questo e il messaggio centrale dell’Agenda 2030 dell’ONU e questa è la sfida che è stata accolta dalla Regione Sardegna quando nel 2018 sono stati mossi i primi passi per la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS). Quest’ultima, approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 39/56 dell’8 ottobre 2021 su proposta dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente, declina a livello territoriale la Strategia Nazionale per lo Sviluppo sostenibile, sviluppata sulla base dei contenuti dell’Agenda 2030 dell’ONU, e si integra con il Programma Regionale di Sviluppo e con la Strategia Regionale di adattamento ai cambiamenti climatici. La SRSvS individua obiettivi programmatici e meccanismi decisionali per conciliare prosperità e benessere, per integrare la tutela dell’ambiente, l’inclusione sociale, la salute, la crescita personale e collettiva e porli alla base per uno sviluppo economico portatore di benessere diffuso.

Link: https://www.regione.sardegna.it/argomenti/strategiaregionalesvilupposostenibile/

L’educazione e la sensibilizzazione del cittadino sulle tematiche inerenti allo sviluppo sostenibile, finalizzate alla costruzione di un insieme di competenze che permettano a tutti di riorganizzare il proprio stile di vita con la consapevolezza degli impatti positivi sulla propria salute, sulla società, sull’ambiente e sull’economia, rappresentano una leva fondamentale per favorire il cambiamento necessario alla transizione di cui all’Agenda 2030 e contenuta nella SRSvS. Le ripercussioni delle azioni del singolo individuo si manifestano chiaramente a livello locale e ognuno è in qualche modo responsabile della qualità dell’ambiente in cui vive. Si pensi, ad esempio, alla produzione e gestione dei rifiuti nelle attività di vita quotidiana: effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti in modo corretto e accurato permette di ottimizzare le fasi del riciclo dei rifiuti, il riutilizzo dei materiali, il recupero energetico, e ridurre quindi il volume di rifiuti da conferire nei termovalorizzatori o nelle discariche presenti nel territorio, con conseguente beneficio per l’ambiente e per la salute della popolazione.

 

 

(1) Glossario O.M.S. della Promozione della Salute:

https://www.dors.it/documentazione/testo/201303/OMS_Glossario%201998_Italiano.pdf

(2) WHO – Promoting a healthy lifestyle at the workplace: http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/258752/1/9789290225966-eng.pdf

(3) Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1181_allegato.pdf

(4) https://www.epicentro.iss.it/ambiente/rischiAmb_oms

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